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Sito dedicato a tutti gli appassionati di motociclismo e mototurismo.Un area dedicata esclusivamente al motociclo dove potrete trovare innumerevoli link in costante aggiornamento a costruttori,produttori, accessori,abbigliamento,caschi,elaborazioni,e tutto quanto inerente al motociclo.
Vi sono pagine dedicate: il mercatino degli annunci vendo/compro, prove di motocicli, il meteo, le nostre foto, il forum, un po' di tecnica etc..etc...


"Le Prove di Propulso" è un area dove si possono leggere le impressioni di guida di una motocicletta da parte del suo proprietario. Lo scopo di questa area è quello di divulgare le critiche, siano esse positive o negative, che un motocilcista comune puo' rivolgere nei confronti di un determinato modello o marca.
Tali commenti infatti avranno un particolare valore atteso che provengono da appassionati e non da professionisti.Articoli, piu' o meno lunghi, redatti da chi di professione non è un moto tester ma un comune utente. Questo dettaglio è la chiave di lettura di queste prove.Vi saranno casi dove la passione avrà spinto lo scrittore ad entrare in dettagli tecnici, magari incomprensibili, ma vi saranno anche articoli di semplicità estrema si da avere quante piu' impressioni o descrizioni per un medesimo modello.


INVIA LA TUA PROVA! VERRA' PUBBLICATA IN QUESTA AREA!!!!


Indice delle prove disponibili

=> Honda Africa Twin 750 -1994
=> Honda Varadero 1000 - 2001
=> Honda Africa Twin 650 -1988

=> Honda CR 250
=> Honda Varadero 1000 in comparativa con Aprilia ETV 1000 Capo Nord
=> Honda Hornet 600
=> Honda Dominator 600 - 1994
=> Honda XLV 650 TRANSALP
=> BMW K100 RS
=> Moto Guzzi California EV
=> Kawasaki ER- 5


HONDA AFRICA TWIN 750 -1994

Posted by Giupax
Precedente moto: Honda Africa Twin 650 -1988


La linea della Africa Twin, a mio parere, benchè da qualcuno possa essere confusa con quella del lontano cugino Supertenerè, è in realtà inconfondibile. Salvo qualche piccola variante di poco conto la Honda mantiene questa linea immutata dal 1993 ed è stata sicuramente una scelta vincente. I due fari anteriori conferiscono alla moto un taglio "rallystico" che unitamente al serbatoio "spanciato" allineano l'aspetto della AT alle vere moto da deserto.La sella lunga si integra bene nella parte centrale della moto senza essere per nulla vistosa nonostante in alcune colorazioni il tono è decisamente sgargiante.
Le colorazioni infatti, per alcune annate sono forse l' unica nota dolente.La Honda ha infatti messo in produzione maculazioni con accostamenti decisamente osè: viola, verdino, bluette....oro.


Personalmente ritengo che una Africa Twin debba essere blu (o violetto), bianca e rossa. Tutt'al piu' nera e grigio argento.
Il massimo rimane la colorazione HRC, ma purtroppo è stata destinata solo alla RD03 cioè la 650 dal 88 al 89.

Guidare una Africa Twin è veramente facile.La posizione di guida è veramente comoda, anche per due passeggeri. Si possono macinare tanti chilometri senza sentirsi affaticati. L'unica parte che soffre un po' è il fondo schiena.La sella infatti, all'altezza del posto di guida si rasterma sempre piu' quanto ci si avvicina al serbatoio.
Il risultato è che il punto di appoggio è minore rispetto che alle larghe selle tradizionali tipo BMW o Varadero. Il problema puo' essere facilemnet risolto scavando la sella o imbottendola lateralmente o addirittura rifacendola da un buon sellaio.
Il motore, pur non essendo potentissimo, 53 CV, regala notevoli soddisfazioni sia sui percorsi stradali che su quelli fuoristrada. L'Africa non teme neppure la piu' lunga delle autostrade dove si puo' viaggare tranquillamente stracarichi, tre bauletti e borsa da serbatoio oltre ad amenicoli vari, ad una velocità costante di 140 km/h, con punte anche oltre. I percorsi migliori restano comunque quelli misti, magari non strettissimi dove non si scende sotto i 3000 giri,E' li',a mio parere, dove si puo' sfruttare al massimo agilità ed elasticità del motore e su quel tipo di strada, se portata con un certa "allegria" non teme alcuna rivale, anche piu' potente e carenata....anzi capita spesso di vederle solo negli specchietti retrovisori.
I tornanti stretti, anche quelli piu' stretti, non creano problemi e l'AT , con un po' di frizione in casi estremi, li affronta in un attimo. La mole non deve spaventare, se non nelle manovre in garage, dove i suoi oltre 200 Kg si sentono tutti. A 5 km/h pero' diventa una "biciclettona" da divertimento.

Ottima la protezione aerodinamica soprattutto con il parabrezza alto. A velocità prossime al suo massimo, 185 Km/h, personalmente riesco a viaggiare con il casco JET. (non essendo alto...eh...eh..sono avvantaggiato in tals senso)
Buona la frenata grazie ai tre dischi di cui è dotata l'Africa. Certo non ci si deve aspettare spazi di arresto da R1, ma con un po' di pratica si riesce a frenare benissimo, salvo casi estremi....direi Svizzeri (????). L' unica precauzione è quella di ricordarsi della lunghezza delle forcelle anteriori che, in frenata affondano molto di piu' che una moto da strada, con il conseguente trasferimento di carico verso l'avantreno e l'alleggerimento del retrotreno che tende a bloccarsi se il freno posteriore non viene modulato...........

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HONDA VARADERO 1000 -2001

Posted by Alessandro Frediani - Castelnuovo Magra (Sp) Alessandro Frediani
Precedente moto: Honda XLV 750 R - Yamaha XT660 Ténéré

Varadero experience ovvero riflessioni a ruota libera su di una moto fantastica e alcuni retroscena di vita vissuta ( da leggere e inviare on line o gettare nel cestino ).

Il 19 ottobre scorso, anno di grazia 2001, ho firmato, all’insaputa di tutti, il contratto per la Varadero, senza neanche essere sicuro dell’avvenuta vendita della mia moto. Per fortuna dopo due giorni ho concluso la vendita col dott. Nova e a distanza di una settimana ho deciso di scrivere qualche considerazione o giudizio che sia sulla mia nuova moto. Ieri mattina l’ho vista per la prima volta, prima di saldare la concordata spesa di acquisto, ovvero 19.500.000 da un prezzo di partenza su strada di 21.000.000 tondi. La moto era vicino all’officina non ancora completamente assemblata, senza cupolino, un paramani e qualche dado lento…ma era comunque meravigliosa, mille volte più bella e mastodontica di come l’avessi immaginata. Dopo questa prima fugace apparizione, ho abbandonato lo sguardo da quello stupendo esemplare di motocicletta, con l’invito a recarmi dal concessionario per la consegna del mezzo il lunedì pomeriggio successivo, ovvero domani, più o meno a quest’ora!
Di questa moto io sono assolutamente innamorato, al punto di tralasciare anche il suo forse veramente unico difetto, ovvero i consumi non proprio bassi! Ma da una prova comparativa di una famosa testata del settore sembra consumi meno della Caponord, la spigolosa Caponord.
Reputo questo il suo unico difetto, per me ininfluente sull’acquisto, perché gli altri legati alla mole eccessiva e alla difficoltà d’uso in fuoristrada sono assolutamente da non considerare, in quanto chi acquista questa moto non potrà mai essere di bassa o media statura, come ndr vi dirò che io sono alto un metro e novantatre cm e peso più di cento chili, e inoltre non ho nessunissima intenzione di fare fuoristrada come tutti gli altri potenziali acquirenti di questo genere di moto…..altrimenti avrei scelto la mitica Ktm! Poi c’è il discorso innamoramento........


Eravamo all’innamoramento. Ebbene sì, mi innamorai di questa moto nel 1998 quando, di passaggio ad Aosta, ebbi l’occasione di vederla abbastanza da vicino, nella vetrina di un grosso concessionario plurimarche del posto. Fu l’inizio di un rapporto che in questi giorni mi ha portato al raggiungimento di un sogno! Poi c’è un aspetto nostalgico legato alla mia prima vera motocicletta, una xlv 750 r, bicilindrica, trasmissione a cardano, telaio in tubi quadri, una splendida moto con la quale ho condiviso solo pochi mesi, dall’inizio dell’estate 1986 al 2 dicembre dello stesso anno, quando, per cause indipendenti dalle mie volontà, sono andato a sbattere contro una peugeot 205 condotta da una giovane donna incinta al quarto mese, che, uscendo da una strada privata e immettendosi sulla strada principale , si è dimenticata di darmi la precedenza! Cosa da poco, una moto da buttare ed io, sano e salvo nel corpo, distrutto completamente nello spirito, al punto di dover aspettare ben sette anni precisi per decidere di risalire in motocicletta. E in quel momento il cuore mi avrebbe fatto scegliere l’Honda Africa Twin, ma il portafoglio di allora mi permise di acquistare “solo” una altrettanto bella Yamaha Tenerè, mia fedele compagna fino ad una settimana fa. E adesso fremo nell’attesa di domani… Ci sarà il sole ad accompagnare a casa la mia nuova moto. Per le prime impressioni su come va vi rimando ai prossimi giorni, tempo permettendo! Il tempo me lo ha permesso ed io ne ho approfittato.
Ho percorso i primi 60 km con la mia Varadero e cosa devo dire? Che va fortissimo, ma non devo tirarla oltre i 6000 giri, che il cambio si fa sentire ma che è comunque molto preciso, che la frizione deve essere messa a punto,che le manopole per le mie manone sono un pelino strette di diametro, che viene un bel calorino da sotto il serbatoio, che si piega alla grande, che ha un allungo strepitoso, e non ho ancora superato i 6000, che il motore ha una sonorità gradevole, esaltante nel momento di rilascio del gas, mi ricorda il rumore di un jet in decollo, che le piccole asperità della strada passano via senza neanche avvertirle, che gli automobilisti e gli odiatissimi scooteristi si girano a guardarti e secondo me rosicano!, che i duecentotrentacinque kg spariscono non appena avviata e si fanno inevitabilmente sentire da fermi o quasi, che non la consiglio a persone che non siano alte almeno 1,85 mt e pesino meno di 90 kg, che è una gran moto e sono felicissimo di averla… e peccato che arriva l’inverno , quello vero! Ma arriverà anche la primavera per me e la mia Varadero… e anche per mia moglie , che è un po’ gelosa, ma apprezza moltissimo l’ampia sella del passeggero, un po’ meno i maniglioni che ritiene posizionati troppo indietro e troppo larghi. Che si stringa al pilota!!!
Ah, dimenticavo, i km percorsi adesso sono tanti ma i giudizi rimangono gli stessi.

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HONDA AFRICA TWIN 650 -1988

Posted By Stefano Stefano
Precedente moto: Yamaha Ténéré XT600 anno 1985

Viste le date di immatricolazione dei mezzi verrebbe da pensare che io abbia gusti “retrò”!

Diciamo invece che guido una moto da soli due anni, anni nei quali ero ancora studente e quindi il portafoglio non permetteva gingilli più recenti.
Parlando di una Honda, e di una Africa Twin più in particolare, l’immatricolazione ed i chilometri percorsi non sono un grosso problema. Il contachilometri segna 80000, personalmente ne ho percorsi 15mila, e di certo non la risparmio trattandola come una nonnetta, nonostante tutto la moto ha avuto bisogno solo di manutenzione ordinaria (frizione, dischi freno, ecc).
La colorazione HRC che la distingue resta un classico che purtroppo non è stato più riproposto, se non in formule che la possano ricordare.
La moto ha dimensioni e peso che intimidiscono un po’; in effetti, da fermi, è meglio non sbilanciarsi in quanto tentare di sorreggerla è impresa titanica e la rovinosa caduta del prezioso gioiellino è inevitabile. A questo proposito consiglio i paracarena che, per quanto inestetici, proteggono in modo superbo la moto.
Una volta in sella (io poi che provenivo da un Tenere XT) si ha l’idea di guidare un pullman….niente di più sbagliato!! L’Africa si lascia portare su tutti i tracciati con disinvoltura, una buona ciclistica, una buona e comoda posizione di guida associate a bassa rumorosità e poche vibrazioni permettono di macinare chilometri in quantità industriale senza problemi.
Per quanto riguarda gli sterrati, se è vero che inerpicarsi con 200 e più chili di moto in ripidi sentieri di montagna è impossibile se non da folli, (non dimentichiamo che l’Africa è “la regina del deserto”) nelle altre situazioni ci si muove molto agevolmente fino anche a piste impegnative dove il limite divento io e non la moto!
Grande capacità del serbatoio, affidabilità che non ha eguali, storia (l’Africa Twin non è una moto come le altre), ottima guidabilità, linea unica sono solo alcuni dei punti a favore che immediatamente balzano all’occhio.
Di contro, nel mio caso particolare, la 650 deficita di qualche cavallo ed inoltre solo due dischi rendono poco efficace la frenata, problemi che dalla RD03 in poi sono risolti visto il passaggio della cilindrata a 750cc e l’adozione di doppio freno a disco anteriore.
Altra “rogna” è poi la sostituzione di lampade e candele (due per cilindro!) che definire inaccessibili è un eufemismo e il vano porta-oggetti laterale che non rimane chiuso vista l’inevitabile rottura dei minuscoli supporti di plastica che facevano da cerniera.
Consumo circa 7 litri per 100 km, la velocità massima raggiunta (e immagino raggiungibile!) è di 180 km/h sul tachimetro e si viaggia comodamente sui 140 –150 nei trasferimenti.
Si tratta in sintesi di una moto che permette di muoversi ovunque in tutte le condizioni (buona protezione dall’aria) e dai costi di gestione limitati; a proposito di costi c’è da dire che l’Africa non si deprezza più di tanto e la vendita o l’acquisto di questo mezzo non è assolutamente un problema.

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HONDA CR250

Posted By Stefano Stefano
Precedente moto: Yamaha Ténéré XT600 anno 1985

Premetto che questa moto non è mia, che mai prima d’ora avevo guidato una moto da cross.

Detto questo volevo farvi partecipi di quanto sia godurioso salire in sella ad una moto del genere.
Pensate ai numeri: io abitualmente viaggio su una moto che pesa 200 chili, bicilindrica quattro tempi che a malapena arriva a 45 cavalli…..salire su una che a stento arriva ad 80 chili, monocilindrica (250cc) due tempi con, ad occhio e croce, 50 cavalli è come cambiar pelle!!!
Tornando da Monza con un amico prendiamo la sua moto ed andiamo nei campi infangati dietro casa per fare qualche giretto….vedo lui andare avanti ed indietro come un matto con la moto che scoda ovunque, impenna e lascia solchi come un erpice ogni volta che si spalanca il gas.

Dopo un po’ di questo show mi cede il …manubrio ed io un po’ spaventato provo a partire, ovviamente spegnendola (la frizione in quel caso andava… capita). Comincio a muovermi con prudenza, il polso suda, dopo pochi metri ti accorgi che hai sotto il sedere qualcosa di VERAMENTE divertente e allora a quel paese le precauzioni e via, l’adrenalina monta a mille, la sento spingere a più non posso e mi rendo conto che potrebbe dare ancora tanto, ma la mia (in)capacità crossistica mi impedisce di andare oltre.
C’è poi un’ultima nota di colore: il rumore, non me ne sono dimenticato, in questo caso non è un optional, è pieno, ma pieno pieno, una musica.
Mi rendo conto che non ho assolutamente parlato delle caratteristiche della moto, nulla su forcelle, ammortizzatore o cambio, ma in questo caso non avrei proprio potuto non avendo alcun termine di paragone.
Posso solo dirvi che sono moto divertentissime e, se ne avete l’occasione, provatele.

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HONDA VARADERO 1000 -2001
contro
APRILIA ETV 1000 Caponord

Posted by Alessandro Frediani - Castelnuovo Magra (Sp) Alessandro Frediani
Precedente moto: Honda XLV 750 R - Yamaha XT660 Ténéré

Un mio breve raffronto tra Varadero e Caponord. Ebbene,in base a questo raffronto che ho fatto personalmente lo scorso ottobre, mi sono deciso senza dubbio alcuno ad acquistare, dopo otto anni di tenerè, la mia attuale splendida Varadero. Di questa moto si leggono più facilmente i difetti, e nel raffronto con la Caponord, la si vede sempre perdente. Io Vi scrivo per difenderla a spada tratta. Non si può paragonare un progetto costruttivo del 2001 con uno del 1998. Certi aspetti ( l'iniezione elettronica, la modernità del cruscotto e pochi altri ) non minano assolutamente la posizione di fuoriclasse assoluta che la Varadero riveste, secondo me, nel panorama delle maxi-enduro. Il cruscotto: c'è chi lo paragona a quello di un ciclomotore,mentre io lo ritengo un esempio altissimo di classicismo motociclistico, mi piace e strapiace, con quei bellissimi strumenti circolari, ultraleggibili, soffusamente illuminati, con il giusto tocco di modernità grazie all'uso del digitale per il contachilometri totale e parziale, oltre ad un utilissimo orologio sempre digitale, il tutto racchiuso in uno splendido ed ampio cupolino, che mi permette, nonostante sia alto più di un metro e novanta, di viaggiare a velocità elevate senza il minimo disturbo di vortici d'aria. La linea della Varadero non può nemmeno essere paragonata a quella della Caponord: mi spiace dirlo ma gli stilisti italiani si sono fatti prendere la mano dalla mania degli spigoli ed hanno partorito moto invedibili per più di dieci minuti, dopo i quali ti sei già stancato di quelle linee che con la parola armonia non hanno niente da spartire! E questo anche sulle sportive e stradali. Guardate la Varadero, un insieme riuscitissimo di linee che toccano fortemente le corde dell'emozione!!! Il prezzo a questo punto mi appare giustificatissimo, anche perchè della Caponord non ci è dato sapere il grado di affidabilità, vista la gioventù del progetto; problemi all'iniezione sono già saltati fuori, ma credo anche risolti. Sulle prestazioni carta canta nonostante le differenze tecniche: veniamo battuti sulla velocità massima ( 222,8 contro 203 ), spuntiamo un 12" 7 e 24" da 0 a 400 e da 0 a 1000 dai 50 km/h nel rapporto più lungo contro i 13" 8 e 25", per non parlare dei circa due secondi che spuntiamo da 50 a 100, da 50 a 150 e da 50 a 200...Siamo molto simili in accelerazione, in media consumiamo meno, e, importantissimo, in frenata, grazie al Dual Cbs, ci fermiamo un metro prima a 100 km/h. Se ciò non bastasse dirò che ci guardano con interesse ai semafori, che qualcuno ti si affianca e abbassa il finestrino per farti i complimenti, e che parcheggiata a Lerici o Portovenere attrae le attenzioni dei passanti, forse più delle elaborate Harley. Così concludo, ho tolto il sassolino dallo stivale, ho ridato dignità ad una moto che per alcuni sembrava averla persa! Ne sono innamorato, l'avrete capito.

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MOTO GUZZI CALIFORNIA EV

Posted by Marco Springhetti - www.arofe.com
Precedente moto: Moto Guzzi 1000 SP III


Qualcuno mi ha detto che l'età della moto è paragonabile a quella dell'uomo, con un rapporto di 1 anno a 1000 Km. Se così è, intorno agli 80.000Km, ho pensato che fosse ora di mettere in pensione il 1000 SP III, a favore di qualcosa di più maneggevole e nuovo, quindi più affidabile.

Come sempre, la scelta è stata attenta, razionale ed oculata. Riviste a tonnellate, discussioni a non finire, amicizie distrutte e mai rinsaldate, concessionari che quando entravo si giravano dall'altra parte per far finta di non vedermi, motociclisti che mi evitavano per non farmi provare di nuovo la loro amica del cuore…

Poi, un giorno, porto l'SP III al tagliando. Mi vuole bene e mi spiega che non è necessario limare gli ultimi pirolini delle gomme appena montate, e che se evitassi le staccate al limite, almeno ogni tanto, non dovrebbe cambiarmi le pastiglie dei freni ogni 20.000Km. Gli spiego che se andassi in giro con la Rolls e l'autista, mi divertirei di meno e non potrei pagargli il caffè; aggiungo, inoltre, che visto che imbecille sono e imbecille resterò, se almeno trovassi un mezzo più tranquillo adotterei un'andatura più tranquilla. Beh, mi fa; prova questa, mentre aspetti. E mi infila in mano le chiavi di un California EV.

No non se ne parla nemmeno tu stai cercando di vendermela - ma no cosa dici provala - ma va dai dai cambia l'olio che devo andare - ma dove vai se la moto non ce l'hai prova il California - beh in effetti avrei una piccola commissione da fare - la tua non sarà pronta prima di sera - allora vado.

Sgrunt. Quasi un custom, la mia vecchia passione. Bella, veramente bella. Comoda, veramente comoda. Proviamo.

Che sensazione di leggera follia, sta arieggiando questa vita mia, ah già. Qui non c'è la carenatura. Poco male, in moto mi piace anche sentire il vento. Certo che vibra un po' ai bassi regimi, più dell'SP III. Accidenti, sto riprendendo in terza a 1500 giri! Te lo dico che vibra, povero bicilindrico. Sarà meglio tenerla sopra ai 2500/3000 giri. Il motore è veramente godibile tra i 3000 ed i 5000; pieno, pronto, la marcia non conta. E' veramente facile da controllare.

Provo qualche curva. Al primo tornantino mi trovo quasi in terra; devo correggere la traiettoria e accelerare brutalmente per non cadere all'interno. Che strano. Provo dall'altra parte. Stessa storia. Che delusione; mi sembrava un bel giochino. Una macchina esce da destra, adrenalina, un guizzo, un'accelerata, la schivo. Mi fermo; ragioniamo. Come può una moto da 2.7 quintali + 1.3 quintali di imbecille sopra guizzare così evitando gli ostacoli e mettermi in crisi sulle curve? Riprovo. Curva. Non la imposto; questa volta, spingo solo leggermente sulla pedana interna… il California segue la curva docile; accelero leggermente in uscita… fatto. Niente "controsterzo" come sull'SP III, niente forzature come sulle BMW. Basta pensare di fare la curva e lei la fa.

Torno a razzo dal concessionario mentre noto come tutti i comandi siano precisi nell'inserimento e leggeri nell'azionamento rispetto alla mia. E' quello che cercavo, bella e tranquilla; quanto costa, quanto mi dai della mia, colore, borse, parabrezza, ti lascio una caparra, mi lasci questa fino a quando arriva la mia. Via!

Correva l'aprile del 1998, quando ritiravo la mia bella California EV nera e grigia con le borse di cuoio e il parabrezza piccolo. Oggi, 35000Km dopo (due estati ed una primavera fermo per malattia) posso dire di essermi divertito un mondo.
A limare le pedane sulle strade di montagna.


A percorrere sterrati dove alcuni amici con gli enduro non osavano.
A trasportare passeggere stanche di starsene rannicchiate sulla coda dei vari R1, CBR ecc.
A parcheggiare in strada ed osservare la gente che faceva capannello per vederla; ad ascoltare le storie dei vecchi che avevano posseduto il Galletto, il Falcone, e le altre moto che hanno fatto la storia della Moto Guzzi.
A guidare di notte, nella pioggia, nella nebbia, al caldo ed al freddo. Basta fermarsi un attimo, guardarla dritto nel suo occhione e pensare "Sei come una donna bellissima; mi fai soffrire, ma quando mi guardi così… andiamo!".
Mi sono divertito a parcheggiarla sul greto di torrenti, sulla favolosa stampella laterale che mai ha ceduto e spesso ha strisciato sull'asfalto.
Mi sono divertito a guidarla per 1200Km (la giornata più lunga che ricordi) come per i 300 metri che mi separa dalla pizzeria-ritrovo dei motociclisti.

I pregi di robustezza generale (tra me, borse e passeggero la zavorra può raggiungere i 230KG, più i 270Kg della moto) e maneggevolezza, non nascondono, tuttavia, una serie di difetti che la rendono secondo me poco adatta al turismo a largo raggio.
Il maggiore è il vento. Una trasferta autostradale di qualche centinaio di chilometri fatta intorno ai 150/160KmH, mi lascia semidistrutto. Per una moto carenata, come era l'SP III, o per una sportiva dove stai caricato tutto avanti è una passeggiata. In autostrada, quindi, si soffre. Ed è un peccato, perché è sempre molto stabile, a qualsiasi velocità ed anche in presenza di vento laterale.
Un altro aspetto negativo è la pedaliera. Soprattutto il freno, nella guida sportiva, non si riesce a dosare. Le staccate al limite che mi permettevano con l'SP III di entrare in curva e distanziare moto ben più leggere e potenti, qui si dimenticano; addirittura, il pedalone della frenata combinata (più o meno quella adottata recentemente anche dalla Honda), se viene premuto con troppa forza può portare al blocco delle ruote! Usato con gradualità, invece, garantisce anche a pieno carico spazi d'arresto insospettabili per una moto di questa categoria.

In conclusione; bella, comoda e solida anche per due, detesta l'autostrada e le trasferte veloci. Ama il misto stretto, adora le salite (il freno anteriore è sufficiente), si guida con un dito attorno ai tornanti più stretti e le gomme relativamente strette ne fanno un campione di stabilità sulla pioggia e sullo sterrato. Le mancano una carenatura (che bello sarebbe averne una removibile!) e un serbatoio con una cinquina di litri di più. Ottima in città per la maneggevolezza, lo stampellone laterale e le borse capienti. Consigliata per il turismo in coppia a medio raggio (fino a 400 Km/giorno).

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HONDA HORNET 600

Posted by Marcbos
Precedente moto: Honda XL 600 Parigi-Dakar


Motociclista nell'animo dalla tenera età di 14 anni, lo sono diventato di fatto solo a 22 quando sono riuscito finalmente a sudarmi quel milione e mezzo necessario all'acquisto della mitica Parigi-Dakar compagna di mille avventure. Purtroppo una moto usata immatricolata quasi 15 anni prima, seppur Honda, deve prima o poi abbandonarti……e così dopo un anno e mezzo vissuto nell'illusione di poter far a meno delle due ruote, mi sono deciso all'acquisto di una moto, questa volta rigorosamente nuova!!
Nei miei sogni ci son sempre state le ipersportive da guidare col kimono, ma nel frattempo il lancio sul mercato della Ducati Monster mi aveva messo il tarlo di una tipologia di moto forse più sbarazzina e godile…ma soprattutto dalla linea veramente accattivante. Quando c'è stato da firmare il contratto comunque la razionalità ha prevalso e quindi non mi son sentito di comprare una moto così poco affidabile (almeno nei commenti dei possessori che ho conosciuto) soprattutto considerando l'elevato numero di km annui che percorro. Così alla fine mi son lasciato convincere dalla naked più "moderna" nella linea e nella tecnica che all'inizio del 2001 il mercato proponeva. Rigorosamente gialla!
Il giorno successivo l'acquisto (dopo un anno e mezzo di macchina e 3 di enduro) ero sui tornanti che salgono al Pian del Tivano (tra Lecco e Como) con un mezzo che mi sorprendeva ad ogni curva. Un'agilità impressionante, una semplicità di guida ed una leggerezza totalmente inaspettata.
Finito il rodaggio la grande soddisfazione di trovare anche 95 CV pronti a spingere….

Devo però subito specificare che la moto totalmente nuda è, per le mie esigenze, insostenibile. Mi son visto costretto quasi subito, viste le mie medie autostradali, a completare la linea della moto con il cupolino della Road Racing; optional praticamente indispensabile per viaggiare sopra i 129 km/h (a buon intenditore….). Certo l'Honda prevede anche una versione della medesima moto dotata di una mezza carenatura, ma non ne ritengo la linea tanto accattivante e riuscita quanto quella della versione nuda completata dal capolino: giudicate voi!!

Sicuramente altri cupolini offrono maggiore protezione, ma non risultano così ben integrati con il mezzo.

Per ciò che riguarda il motore, si può tranquillamente dividere il commento in due capitoli:
Cap.1 "Sotto i 7500 giri"
Motore parsimonioso, privo di vibrazioni (ma ricordate che io arrivo dall'XL), non particolarmente pronto od esaltante……insomma adatto per portare a spasso la fidanzata non troppo patita delle forti accelerazioni.
Cap.2 "Se sei uno smanettone e compri un 4 cilindri in linea 600, perché cazzo vai in giro sotto i 7000 giri?!?!?!"

Qui si trovano tutti quanti i 96 CV di cui avete letto sul libretto di circolazione e per i quali il governo vi fa pagare l'odiato bollo. Il motore spinge, il rumore sale e ci si può veramente divertire. L'allungo è particolarmente esaltante e soddisfacente. Con questo uso ovviamente i consumi lievitano (ho provato a tirare da Recco a Milano dietro a tre CBR 900….135 km da pieno a riserva quando un uso normale mi permette di farne 220).

La maneggevolezza sulle curve e sui tornanti, l'agilità in città (nel traffico è praticamente uno scooter) sono i suoi maggiori pregi quando si parla ciclistica e comportamento stradale. Ma ci sono anche i difetti e sicuramente quello maggiore è una certa "leggerezza" alle alte velocità, forse ciò è anche dovuto alla mancanza di una valida penetrazione aerodinamica che una carena assicura. Certo il telaio di una CBR è ben diverso e quindi è normale che le reazioni complessive siano queste. La Hornet non è una moto per le alte velocità. Mi sento di promuoverla fino a 190 Km/h, da lì ai 230 di cui è capace, a parte la scomodità di dover stare sdraiati sul serbatoio per sfruttare la protezione del minimo cupolino, è un vero azzardo che solo particolari condizioni favorevoli permettono di giocare (poco traffico, ma soprattutto poco vento!!!).

La posizione di guida è veramente comoda per il pilota, per il passeggero, soprattutto se alto, un po' meno ma comunque non male. Curioso il comportamento differente della moto cambiando posizione sulla sella. Appoggiando le palle (passatemi il termine) al serbatoio e tenendo la schiena dritta, la moto è una vera bicicletta e si muove agilmente anche nelle situazioni di traffico più intricate di milano. Ne sa qualcosa l'amica Claudia che senza difficoltà ha da poco superato il famoso 8 dell'esame per la patente A. Spesso si riesce anche a stare fermi al semaforo senza appoggiare i piedi. Quando la velocità sale, conviene spostare il sedere verso il dietro della sella, aumentando la penetrazione aerodinamica e rendo la moto più stabile.

Il mio giudizio sulla frenata è praticamente inutile avendo avuto esperienza solo dell'XL Parigi-Dakar. Mi ha subito dato gran sicurezza e non mi so mai trovato in situazioni critiche per colpa dei freni. Anche dopo lunghe discese in allegria tra i tornanti, non ho mai avuto la sensazione di avere due spugne al posto delle leve. Prima della Hornet, ero arrivato a convincermi che la leva del freno posteriore fosse quella di sinistra…….

Un altro problema di questa moto sono le vacanze…..il kit con i tre bauletti rigidi la mette particolarmente in crisi. A parte il lato meramente estetico, è proprio il comportamento che preoccupa. Bisogna fare particolare attenzione a quanto si caricano i bauli laterali perché si rischia che verso i 40 Km/h lo sterzo entri in una fastidiosa risonanza oscillosa. Passata questa velocità, si va tranquilli anche fino ai 150 Km/h; personalmente, come velocità di crociera mi accontento dei 130 Km/h del codice stradale.
Ora non so se questo comportamento è dovuto al telaietto di sostegno della Nonfango e se altre case hanno studiato meglio i loro prodotti, ma sicuramente il problema di base è la moto, poco adatta ai viaggi a pieno carico. Se poi oltre ai bauli si carica anche il passeggero, conviene aver preso la patente nautica…..ma quella per le portaerei!!

Per concludere, non vorrei che i numerosi "difetti" che ho riportato facessero pensare che sia rimasto deluso dall'acquisto. Tutt'altro!! È il giusto compromesso per un uso quotidiano-cittadino della moto, senza negarsi lunghe e divertenti escursioni durane il fine settimana. È solo che vorrei che questa rubrica potesse aiutare persone che sono intenzionate all'acquisto di un determinato mezzo, a farsi un'idea ben chiara di ciò che una moto offre e non offre, in modo da poter valutare, in base alle proprie esigenze cosa acquistare.

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HONDA DOMINATOR -1994

Il modello in questione è quello del 1994, con gli indicatori di direzione incassati nella carena, stile vecchio Transalp, per intenderci e i copri scarichi senza la retina che caratterizzava le versioni precedenti.

Rispetto ai modelli antecedenti manca dell'avviamento a pedale mentre in più ha la spia del cavalletto ed il relativo sensore per impedire di ingranare la marcia quando questo è abbassato ed i maniglioni per il passeggero.


L'aggettivo che meglio descrive questo monocilindrico della Honda è eclettico, infatti senza eccellere in nulla di particolare va bene, però, in tutto: può essere utilizzata in città dove grazie al peso contenuto ed alle sospensioni morbide risulta estremamente guidabile, oltre alla generosa gommatura che più di una volta mi ha salvato dal volare sui binari... Sul misto stretto dei tornanti montani la Dominator si difende bene ed è veramente divertente da portare, così pure per brevi tratti autostradali dove (a detta della passeggera che una volta si è pure addormentata) è abbastanza comoda. Sullo sterrato, mi dicono, si comporta in maniera egregia nonostante il peso non sia propriamente da moto da cross; personalmente la ho portata solo ai margini di un ghiacciaio svizzero, su un terreno misto acqua, terra, neve dove in effetti non ho avuto problemi nonostante la mia inesperienza.

La tenuta di strada è notevole per essere una enduro (anche se su internet ho visto delle derivazioni supermotard veramente belle), perdona molti errori, soprattutto in inserimento in curva od in uscita e piega in maniera incredibile, quasi all'inizio della spalla del pneumatico (anche se, ad onor del vero, le poche volte che l'ho fatto non era cosa voluta, ma solo frutto di errori di guida...). Ora che ho montato i SIRAC della Michelin sul bagnato vado tranquillo, considerato che la uso dodici mesi all'anno, mentre qualche problemino con i Trailmax della Dunlop l'ho avuto, soprattutto in ingresso curva dove poteva esserci un velo di acqua. Qui spesso mi partiva il 'didietro' o comunque si sentiva che la moto era al limite.

Per quanto concerne la mia esperienza di manutenzione i tagliandi sono abbastanza economici, la moto non ha mai avuto guasti di sorta se non la sostituzione del rinvio del tachimetro (è un anello di plastica con un paio di denti che alla lunga si consumano) perchè usurato, questo a 32200 KM. I consumi non sono per niente elevati: in città faccio i 14/15 Km/l, in autostrada i 20.

Ovviamente qualche difettuccio lo ha anche lei, in particolare l'impianto frenante non è efficacissimo, un solo disco all'anteriore, secondo me, non è sufficiente e spesso la frenata, soprattutto se l'impianto è sottoposto a stress, tende a diventare eccessivamente lunga. Le sospensioni, poi, molto morbide sono, forse, il risultato di una scelta tesa a privilegiare l'uso stradale piuttosto che quello allterrain, ma un po' più rigide sarebbe stato meglio; in particolare l'anteriore quando si inchioda con veemenza tende ad affondare un po' troppo. Mi sarebbe piaciuto, poi, un serbatoio leggermente più capiente; quello del modello '94 è di 16l, compresa la riserva di 2.5, migliorato rispetto ai modelli precedenti che era di 13l, se non erro, ma qualcosa in più si sarebbe potuto fare. Il gruppo cambio-frizione è abbastanza preciso e non soffre di impuntamenti nemmeno se strapazzato, solo la leva della frizione è un po' dura, non so, però, se è una particolarità della mia moto od il progetto che fa sentire i suoi anni. I rapporti sono strani: la prima sembra quasi una ridotta e con l'avantreno leggero se si da troppo gas tende ad alleggerirsi fino ad alzarsi (anche quasto è il risultato non voluto frutto della mia inesperienza), con la seconda si riprende benissimo anche da fermo, sebbene, ovviamente, con meno spunto; sento la mancanza di una sesta in autostrada, ma d'altronde non è una turistica. In compenso, però, il motore con queste spaziature tira bene dai 3500 giri fino al limite del fuorigiri, circa 7000, che su alcune elaborazioni arriva fino a 9000 e questo la dice lunga sulla sua resistenza ed affidabilità. Il raffreddamento ad aria lo affatica un poco, in particolare d'estate se si è in coda, ma d'altro canto meno pezzi ci sono meno probabilità esistono che qualche cosa si rompa!

In conclusione è un'ottima moto per iniziare, per farsi viaggetti brevi in tutta tranquillità, che non costa un patrimonio per mentenerla e che se la sai 'sentire' e portare offre numerosi spunti di divertimento, una compagna di tutti i giorni affidabile e che perdona qualche errore di troppo al neofita.

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BMW K100 RS - (?)

Con una moto da enduro i lunghi spostamenti cominciavano a pesare, così con un limitato budget mi sono messo alla ricerca di una gran turismo da strada.

Dopo 2 mesi avevo acquistato una BMW k100 RS usata. Moto discreta, elastica, linea classica, uniproprietario ....ma pesantissima!

Il motore non eroga molti cavalli, solo 80 ma sono molto piacevoli da guidare, praticamente la 5a si può inserire ai 35 km/h e tirarla fino ai 225.Insomma sembrava un acquisto vincente per i viaggi: aveva ben 3 bauletti di serie, la borsa da serbatoio una buona garanzia di non restare a piedi ed una velocità di crociera di tutto riguardo (160 km /h).

Considerando che sono alto 1,84 e la moto è abbastanza lunga, il cupolino taglia l'aria esattamente fino al collo e la testa in autostrada sembra un sacchetto al vento,.... dopo 400 km di strada la cervicale è ridotta ad un budino; non dimentichiamo che la ciclistica è un po' vecchiotta, la moto passa abbondantemente i 250 kg in ordine di marcia, e tutti questi kg vengono scaricati su 2 semi manubri da 25 cm cad, la maneggevolezza non risulta quindi essere il suo forte.Bisogna però spezzare una lancia a favore del motore che gira come un orologio, mai un problema, sempre presente e regolare,....... un debito in fatto di consumi ! Un 1000cc iniezione con un misero serbatoio da 23 litri si può raggiungere un'autonomia di 250 km ma è molto facile bruciare i vapori già intorno ai 160km.

Insomma tra collo, schiena e benzina si fanno tappe da 1 ora per volta.....

.... L' ho venduta dopo 1 anno.... ma mia schiena mi ringrazia ancora oggi !

Quasi me ne dimenticavo.... se doveste comprarne una .... provatela sul bagnato !

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KAWASAKI ER 5 -2002

Mi è sempre piaciuto andare in moto, ma passare da trasportata a conducente era un bel salto, soprattutto considerando il fatto che capacità di guida e conoscenze tecniche.... buio totale, potevo dire la mia... sul colore! Però... perché non provarci.... A 30 anni suonati e dopo più di 10 anni di onorata B, ho superato l'esame e ottenuto la patente A, poi, armata di cataloghi e di amici motociclisti, ho cominciato a girare per concessionari. La scelta era caduta fra due modelli: il Suzuki GS500 e il Kawasaki ER-5, molto simili, di discreta potenza ma estremamente maneggevoli, alla fine ho optato per l'ER, ovviamente con attenta e intensa meditazione: costava 300 Euro in meno! Mi sono ritrovata, quindi, nel garage di casa con il "Ciao Piaggio" (la mia "prima moto"), "la bambina" e i miei genitori che scuotevano la testa e guardandola dicevano: "Non puoi farcela, è troppo grossa e pesante per te, sicuramente farai dei danni!".

Bene! Incoraggiata da tanto entusiasmo, mentre già pensavo a quanto ci avrei rimesso a rivenderla, l'orgoglio, di cui sono abbondantemente provvista, ha prevalso. Ho cominciato a guidare in luoghi poco trafficati, poi da casa all'ufficio, in seguito ho raggiunto i laghi, e infine il mare (Liguria) e i monti (Trentino), bellissimo! Una vera moto ma facile da guidare, adatta a persone che come me stanno imparando. Una moto intrigante quanto affidabile sia per prestazioni sia per consumi, viene pubblicizzata come la "city bike" perfetta, in realtà è adatta anche a discrete trasferte: una retina per i bagagli al posto del passeggero, costi contenuti di carburante (segnalato dall'indicatore di livello che non tutte le "piccole" posseggono) = circa 1000 km in sella, una settimana di vacanza sulle Dolomiti con tappa in Austria, niente male... Dotata anche di un sedile ribassato l'ER consente un'adattabilità necessaria a persone "not very tall", come me appunto, tasto dolente è invece il peso (179 kg), si tratta di una difficoltà non da poco per una donna minuta, personalmente ho dovuto fare scorta di frecce Kawasaki...

L'ER nasce come naked e tale deve restare, il cupolino è esteticamente improponibile anche se in certi casi farebbe proprio comodo, è consigliata perciò una velocità moderata per evitare di ritrovarsi il collo in mano, in realtà amo godermi il paesaggio e non ho necessità nè sarei in grado di superare la barriera del suono quindi va benissimo così.

La "mia bambina" è nera, è in vendita anche blu, bella ma troppo appariscente per i miei gusti, inizialmente esisteva anche in color oro, più che una moto sembrava un Ferrero Rocher ma credo che per fortuna oggi non sia più disponibile.
Ecco, vi ho detto tutto, se non che... se dovessi tornare indietro... la ricomprerei!

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HONDA XL 650 V - TRANSALP -2003

POSTED BY: MILO
http://xoomer.virgilio.it/artistiko

 

Molti considerano il Transalp come una sorta di sorellina minore dell'Africa Twin.
Non credo sia così: secondo me, il Trans è l'anello di congiunzione tra le maxi-enduro (tipo Africa) e le turistiche di casa Honda.
Sicuramente ha preso più dall'Africa che non dal VFR ma posso assicurare che i chilometri che fai con la turistica, li puoi fare in tutta comodità anche col Trans.
La posizione di guida più alta e la schiena più dritta ti permettono un minore affaticamento e il motore, morbido e costante, ti porta ovunque col minimo delle vibrazioni.


Avete mai provato a fare centinaia di Km col KTM LC4 (monocilindrico)? A fine giro le vibrazioni vi sono entrate talmente nelle ossa che siete convinti di avere il Parkinson! Due cilindri sono perfetti per viaggiare. La sella è lunga e spaziosa, abbastanza larga e morbida al punto giusto: anche in due si sta decisamente comodi. Se caricate il Trans di bagagli per una vacanza, vi accorgerete che può portare più roba di una Punto! Personalmente, sono riuscito a farci stare due borse laterali da 40 Lt, una borsa serbatoio da altrettanti litri ed un "salsicciotto" da 100 Lt, per un totale di 220 Lt di bagaglio! E sulla sella eravamo in due! La moto ci ha portato per quasi mille Km senza accusare problema alcuno.


E fin qui, le mie impressioni rispetto ai viaggi.
Ma ho provato il Trans anche sulle mulattiere e posso assicurarvi che riuscivo a star dietro a qualche Africa senza problemi (in alcuni passaggi, anche davanti!) e neppure in questo caso la mia piccola mi ha tradito, anzi!
Si è comportata piuttosto bene anche in passaggi (per me) impegnativi, come neve e una lunga discesa su fondo ESTREMAMENTE pietroso ed instabile. Inizialmente pensavo che i suoi quasi 200 Kg potessero essere un bel problema da gestire in off-road, ma mi sono accorto che è una moto molto ben bilanciata e maneggevole.
Insomma, avevo bisogno di una moto che mi portasse un po' ovunque e nel Trans,
ho scoperto la MOTO TOTALE!

 

 

 

 

 

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